“Auto Sapiens”, così l’I.A. sta cambiando la mobilità
L’Intelligenza Artificiale è il nuovo tema che sta impegnando le Case automobilistiche su ogni fronte: dalla costruzione dei veicoli alla guida autonoma, dalla manutenzione all’infotainment. Ecco gli scenari di oggi e quelli, davvero affascinanti, del futuro.
Era scontato che l’Intelligenza Artificiale iniziasse a trasformare radicalmente il settore automobilistico, con applicazioni che vanno dalla guida autonoma alla manutenzione predittiva, passando per la personalizzazione dell’esperienza di infotainment. Semplificando, l’IA consente di creare auto meno pericolose, più efficienti, confortevoli e divertenti, aprendo la strada a una mobilità sempre più avanzata e connessa: ogni Casa segue la sua strada nell’utilizzo, ma l’aspetto più interessante – se vogliamo – è rappresentato da quanto la rivoluzione possa portare alla collettività, nel bene e nel male. Per esempio, c’è chi guarda con sospetto all’introduzione dell’I.A. nel controllo delle strade: in Gran Bretagna, la decisione di installare il sistema AI Heads Up - basato su telecamere governate dall’Intelligenza Artificiale - sulle strade della Greater Manchester (una delle aree metropolitane più trafficate del Regno Unito) ha portato legna sul fuoco del dibattito tra chi sostiene questa tecnologia e chi la vede solo come un Grande Fratello che inevitabilmente solleva questioni etiche e relative alla privacy. Tanto più che il nuovo sistema fa parte di un ampio progetto regionale lanciato dal Transport for Greater Manchester dove tutti i dati raccolti saranno sfruttati per capire quante persone infrangono la legge alla guida e ‘colpirli’ a distanza. Cosa non convince tanti inglesi? «L’uso dell’intelligenza artificiale in uno spazio personale come l’abitacolo in modo da identificare comportamenti, analizzare il linguaggio del corpo e dedurre caratteristiche sensibili, solleva molte questioni scientifiche, etiche, legali e sociali evidenziate da tecnologie di riconoscimento facciale» sottolinea Michael Birtwistle, direttore dell’istituto indipendente Ada Lovelace Institute. In realtà, trovando un quadro normativo corretto, l’I.A. sarebbe una panacea ai problemi di mobilità come è emerso nella ricerca che il MIT Senseable City Lab ha presentato all’ultimo The Urban Mobility Council, ospitato dalla Triennale di Milano dove è stato mostrato un innovativo modello di I.A., studiato dal Politecnico milanese. Il sistema riesce a stimare il rischio stradale urbano analizzando direttamente tutte le immagini della rete stradale, integrate da dati telematici sulle frenate brusche, registrate attraverso i black box in abitacolo. Invece, l’obiettivo del MIT Senseable City Lab è stato quello di analizzare la relazione, a parità di limite di velocità, fra disegno della sede stradale e velocità media tenuta dai veicoli. Per la cronaca, la ricerca ribalta una convinzione diffusa: la sola riduzione dei limiti di velocità (molte città, inclusa Milano, stanno valutando di fissarlo a 30 km/h) non è sufficiente per rallentare il traffico. Quindi è la progettazione della strada a influenzare il comportamento dei guidatori, molto più della semplice segnaletica. Lo studio è partito a Milano, analizzando ben 51 milioni di punti di telemetria veicolare, combinati con le immagini di Google Street View. La ricerca è stata poi estesa ad Amsterdam e Dubai per testare il modello in ambienti urbani eterogenei, tenendo conto delle sensibili differenze culturali, climatiche e infrastrutturali. I risultati hanno rafforzato il ruolo dei dati e dell’I.A. quali strumenti essenziali per progettare città più vivibili e a misura di persona, dimostrando che una mobilità realmente sostenibile si costruisce anche in base alla forma dello spazio urbano. «Questo studio conferma che cambiare il numero su un cartello non basta. Se vogliamo strade più sicure, dobbiamo progettarle in modo che inducano intuitivamente i conducenti a rallentare. Un concetto notissimo ma oggi, grazie all’Intelligenza Artificiale possiamo affrontarlo con strumenti quantitativi, fin dalla fase di progettazione» ha spiegato Carlo Ratti, direttore del MIT Senseable City Lab e membro del Comitato di Indirizzo The Urban Mobility Council. Ci ha colpito un dato della ricerca: i guidatori riducono la velocità di 2–3 km/h nelle zone a 30 km/h rispetto a strade simili con limite a 50 km/h a conferma che la sola segnaletica ha un impatto limitato. Tornando alle Case e alle auto, è ChatGPT a dominare la scena per la sua versatilità nell’utilizzo: ci sono costruttori come Volkswagen che ne stiano facendo uso sui propri modelli ma le potenzialità non si limitano alla sfera della multimedialità. ChatGPT ha già dimostrato di essere utile nell’industria automobilistica in diversi contesti, uno dei principali è nella gestione dei servizi clienti e nell’assistenza. Le Case possono implementare ChatGPT nei loro siti web o nelle applicazioni per fornire supporto immediato e personalizzato ai clienti, rispondendo alle loro domande riguardanti prodotti, servizi, e problemi tecnici. Quanto al ruolo di “compagno di viaggio” siamo in una fase evolutiva perché le funzionalità del linguaggio naturale di ChatGPT godono di un enorme potenziale per fornire consigli personalizzati nelle auto connesse in base alle preferenze dei singoli utenti. Invece di suggerimenti generici, ChatGPT è infatti in grado di comprendere i gusti unici di ciascun conducente e passeggero per offrire consigli su misura. E ancora un pilastro fondamentale dell’IA nel settore automobilistico è rappresentato dai sistemi di guida autonoma: si basano su una combinazione di sensori avanzati, algoritmi di apprendimento automatico e reti neurali artificiali per percepire l’ambiente circostante e prendere decisioni autonome di guida. Sensori come lidar, radar e telecamere forniscono dati in tempo reale sulle condizioni stradali e gli oggetti circostanti, mentre gli algoritmi di machine learning analizzano e interpretano queste informazioni per guidare il veicolo in modo sicuro ed efficiente. Oltre alla guida autonoma, l’IA è ampiamente utilizzata nei sistemi di assistenza alla guida (ADAS) che forniscono una gamma di funzionalità, tra cui il controllo automatico della velocità, l’avviso di uscita dalla corsia, il riconoscimento dei segnali stradali, l’assistenza al parcheggio. Gli algoritmi di IA elaborano continuamente i dati provenienti dai sensori per monitorare lo stato del veicolo e dell’ambiente circostante, fornendo feedback e assistenza al conducente per migliorare la sicurezza e il comfort di guida. L’obiettivo in pole position.
Categoria: Motori
Titolo: “Auto Sapiens”, così l’I.A. sta cambiando la mobilità
Autore: Maurizio Bertera, giornalista
