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100 anni di Phantom

L’ammiraglia Rolls Royce celebra 100 anni, evolvendo in sofisticazione senza mai perdere fascino e la capacità di esaudire ogni desiderio.

L’ammiraglia Rolls Royce celebra 100 anni, evolvendo in sofisticazione senza mai perdere fascino e la capacità di esaudire ogni desiderio.

«Cento anni fa, Rolls-Royce lanciò la prima automobile che sarebbe diventata la più evocativa e duratura della sua storia: Phantom. Attraverso otto generazioni, il suo ruolo fondamentale come Rolls-Royce di punta è sempre stato lo stesso: essere l’automobile più magnifica, desiderabile e soprattutto la migliore tra le migliori. Per molti aspetti, la storia di Phantom è la storia di Rolls-Royce: al passo con i tempi, con le esigenze e le richieste dei suoi clienti, trascendendo le tendenze fugaci e fornendo l’ambientazione per le più straordinarie esecuzioni di artigianato e arte. Il tutto rifiutando risolutamente di compromettere i suoi principi fondamentali di ingegneria e design». Ci è parso giusto lasciare a Chris Brownridge – amministratore delegato di Rolls-Royce Motor Cars – il piacere di raccontare un modello che nel 2025 festeggia il primo centenario. Nel corso della lunga storia, il nome Phantom è stato riservato al modello di punta del portfolio del marchio inglese, l’apice dell’eccellenza. Ogni passaggio, dalla prima all’ottava generazione attualmente realizzata a mano presso la sede della Rolls-Royce a Goodwood, ha visto progressi nel design, nell’ingegneria, nei materiali e nella tecnologia. Ma oggi più che mai, Phantom resta la tela bianca ideale per le commissioni Bespoke – il celebre reparto di personalizzazione - dove i clienti trovano risposta alle visioni più elaborate, fantasiose e personali. L’ispirazione si trova ovunque e i maestri di Bespoke consentono alla Phantom di diventare qualsiasi cosa il suo proprietario desideri che sia. Le visioni recenti includono l’alta moda (Phantom Syntopia), film famosi (Phantom Goldfinger), la cultura cinese (Phantom Extended Year of the Dragon) e l’interpretazione della Spirit of Ecstasy, simbolo del marchio (Phantom Scintilla).

La Phantom ha sempre avuto lo stesso obiettivo fondamentale: fornire il meglio del meglio, senza limiti. Come nacque? Nel 1921, il geniale Henry Royce – non ancora Sir - si rese conto che il design della Silver Ghost stava raggiungendo il punto in cui non sarebbero stati possibili ulteriori sviluppi senza compromettere la scorrevolezza e l’affidabilità, elementi essenziali delle auto del brand. Iniziò a lavorare alla sua sostituzione e si rivolse al quotidiano Times per annunciare la novità. «La Rolls-Royce Ltd si impegna ad annunciare che, dopo test prolungati, ora può accettare ordini per un nuovo telaio 40/50 H.P. I telai finora

prodotti saranno venduti come prima: quello originale - per evitare confusione - diventerà il modello Silver Ghost, mentre il nuovo telaio avrà nome New Phantom». Nonostante fosse formulata in termini che oggi sembrano pittoreschi e forzati, questa pubblicità ha fatto la storia: fu la prima dichiarazione pubblica da parte di Rolls-Royce che il modello in produzione sarebbe stato chiamato ufficialmente Silver Ghost e non più come un telaio. Ancora più significativamente, fu il primo utilizzo registrato del nome Phantom, destinato a durare. A quel tempo, Rolls-Royce forniva solo telai mobili - con la forma, lo stile e la dotazione richiesta - a carrozzieri indipendenti che li allestivano in base alle specifiche del proprietario. Invece la Casa di Goodwood offriva la New Phantom completa: nella versione a passo lungo, adatta a design “formali” da berlina e limousine, e con un passo più corto, ideale per vetture con carrozzeria chiusa, aperta da spider o più sportiva. Già all’inizio come oggi, le proporzioni generose della Phantom consentivano ai proprietari con autista di specificare quasi tutti i dettagli o i piaceri che desideravano: alcuni chiedevano scrivanie a scomparsa o sedili girevoli nelle limousine a passo lungo, mentre si è visto che quanti amavano guidarla da soli volevano casseforti, spazi per riporre mazze da golf e persino, in un caso rimasto celebre, lo scomparto segreto in cui trasportare diamanti.

L’8 maggio 1925, la rivista The Autocar pubblicò la prima recensione del modello. «Sono poche le aziende impegnate nella produzione di automobili che godono di una reputazione pari a quella della Rolls-Royce Ltd. E la Phantom ne è la chiara prova». Nella lunga storia, un momento importante è rappresentato dalla presenza nel parco dei Reali d’Inghilterra che sino al 1950 era basato solo su berline Daimler. La Casa inglese era da tempo desiderosa di “rubare” il posto a quella tedesca e produsse volentieri una limousine a telaio lungo, con un otto cilindri in linea, firmata da Henry Jervis Mulliner, il mitico carrozziere di Londra. Durante la fabbricazione, alla nuova auto fu dato il nome in codice Maharajah, e con quel nome è ancora oggi in servizio presso la Royal Mews, la “scuderia reale” che si occupa della mobilità a 360° della corte. Quando altre famiglie reali e capi di stato chiesero di realizzare modelli simili, la Rolls-Royce fu felice di accontentarli: nei sette anni successivi, il brand produsse 18 esemplari di Phantom IV, tra cui una seconda per la Royal Mews, la “landaulette” Jubilee, consegnata nel 1954. Il mondo è cambiato, quello dell’automotive di più. Era impensabile che uno dei simboli dell’Inghilterra finisse, nel 2003, a far parte di Bmw Group dopo decenni complicati dal punto di vista economico: i ‘nemici’ tedeschi ebbero il merito di rimettere subito sul mercato la Phantom, creando la settima generazione. Non se ne costruivano più dal 1991 e si è visto quanto la decisione abbia contribuito al nuovo corso del brand. Il mito non solo è proseguito, ma ha accresciuto il fascino perché si punta al massimo, una volta di più. Lo predicava Sir Henry Royce che alla morte del socio e amico, l’aviatore Charles Rolls: avevano fondato nel 1902 l’azienda dopo un incontro – divenuto leggendario – al Midland Hotel di Manchester. «Prendi il meglio che esiste e miglioralo. Se non esiste, crealo» ripeteva Royce a ogni ingegnere e designer che lavorava per lui. «E noi siamo orgogliosi di continuare questa tradizione di eccellenza, eleganza e serenità per vivere i prossimi 100 anni» garantisce Chris Brownridge. C’è da credergli, davvero.

Categoria: Motori
Titolo: 100 anni di Phantom
Autore: Maurizio Bertera