L’arte come rifugio e futuro
Conversazione con Vincenzo de Bellis su Art Basel 2025.
In un momento segnato da incertezze geopolitiche e mutamenti economici globali, l’arte torna a dimostrarsi uno degli specchi più sinceri del nostro tempo ma anche una delle sue risposte più solide. Lo conferma la 55ª edizione di Art Basel, appena conclusa, che abbiamo voluto esplorare con Vincenzo de Bellis, curatore e Director di Fairs & Exhibition Platforms di Art Basel.
Dall’evoluzione della fiera in un contesto globale complesso, all’esordio della sezione Premiere, nuova piattaforma per artisti mid-career che unisce qualità curatoriale e accessibilità di mercato, fino alla riflessione sulle recenti riforme fiscali italiane legate al mondo dell’arte, de Bellis ci accompagna in una lettura lucida e appassionata di un ecosistema in trasformazione.
La 55esima edizione di Art Basel a Basilea si è aperta in un contesto geopolitico internazionale teso. Nonostante questo, considerando come è andata, possiamo affermare che l'arte è il bene rifugio dei nostri tempi?
La 55ª edizione di Art Basel si è aperta in un clima geopolitico incerto, con i riflessi della crisi globale e una fase di rallentamento sui mercati dell’arte. Tuttavia, proprio questa tensione ha spinto le gallerie a puntare su proposte più accessibili e al tempo stesso di grande qualità.
La grande presenza di collezionisti, curatori e migliaia di nuovi acquirenti indica che l’arte continua a svolgere un ruolo di investimento protettivo e, soprattutto, culturale.
Per concludere Anche in un contesto geopolitico teso, l’arte si conferma un “bene rifugio” moderno, grazie alla sua resilienza, la sua capacità di adattamento ai segmenti di mercato e il valore intrinseco che continua a mantenere.
Premiere: una novità ben riuscita?
La nuova sezione Premiere – dedicata a opere create negli ultimi 5 anni – è stata accolta con grande interesse dai partecipanti e dai collezionisti. Dieci gallerie, tra cui Edel Assanti, Kosaku Kanechika e Gypsum Gallery, hanno potuto esporre fino a tre artisti ciascuna, offrendo una panoramica fresca, contemporanea e ricca di temi socialmente rilevanti (ecologia, diritti civili, coesistenza interspecie) .
Dal punto di vista del mercato, Premiere ha colmato un vuoto tra le sezioni Statements (emergenti) e Galleries (storici), offrendo un sweet spot ideale per gli artisti di metà carriera e i collezionisti giovani e interessati a valori culturali profondi.
Mercato italiano e IVA sulle opere d’arte
L’annuncio della revisione dell’IVA sulle opere d’arte è un primo passo fondamentale, ma non possiamo fermarci qui. Va accolto con grande speranza ma se vogliamo rendere l’Italia realmente competitiva a livello europeo e internazionale, è necessario un intervento strutturale più ampio.
Serve una riforma organica, che includa:
- La revisione della legge sulle notifiche, che oggi rappresenta un freno alla libera circolazione delle opere
- L’introduzione di agevolazioni fiscali concrete per le donazioni a musei, fondazioni e istituzioni pubbliche, così da favorire la circolazione e la condivisione del patrimonio privato con la collettività
Se mettessimo in atto queste riforme, potremmo davvero trasformare l’Italia nel paese più all’avanguardia in Europa per la valorizzazione e il mercato dell’arte, un luogo dove cultura, economia e collezionismo si rafforzano a vicenda.
L’Italia ha un’occasione unica: modernizzare il suo sistema e posizionarsi come un modello europeo per la gestione intelligente del patrimonio artistico. Ora serve visione, coraggio politico e la collaborazione tra pubblico e privato.
Categoria: Arte
Titolo: L’arte come rifugio e futuro
Autore: Serena Scarpello