Verso Expo 2025
Una nuova edizione internazionale del Compasso d’Oro, con il Padiglione Italia per Expo 2025 a Osaka.
Il design Made in Italy sarà protagonista a Expo Osaka 2025. Il merito è dell’ADI – Associazione per il Disegno Industriale, che in partnership con il Padiglione Italia organizza un’edizione ad hoc del leggendario Compasso d’Oro, il premio Nobel del design italiano. Abbiamo chiesto a Luciano Galimberti, Presidente di ADI, di darci qualche anticipazione sul Compasso d’Oro International Award 2025 e ne abbiamo approfittato per dialogare con lui sulla storia, l’attualità e il futuro del design.
Alessandro Benetti: La prima edizione del Compasso d’Oro International Award si è svolta in occasione di Expo Milano 2015. Com’è nata questa idea?
Luciano Galimberti: Nei suoi settant’anni di storia, il premio Compasso d’Oro ha esplorato il design Made in Italy in tutte le sue sfaccettature. Anche prima dell’ideazione del Compasso d’Oro International Award esisteva già una commistione di nazionale e internazionale: il regolamento del premio prevede che possano partecipare aziende italiane o straniere, unite a progettisti italiani o stranieri. Expo Milano 2015 è stato l’occasione per immaginare un nuovo ruolo per il premio, come strumento per fare il punto sulle grandi questioni della contemporaneità. Così, è nata l’idea di un premio internazionale con – ed è questa la grande novità – una connotazione tematica, che riprendeva il tema di Expo. L’esperienza del 2015 è stata complessa, ma molto interessante. Ci ha permesso di mettere a confronto il design italiano con tutte le altre forme di design, valutare somiglianze e differenze, le lacune e le potenzialità principali del nostro design. Ci siamo convinti che valeva la pena continuare su questa strada.
AB: Com’è strutturata l’edizione 2025? Perché è importante la partnership con il Padiglione Italia?
LG: Il Compasso d’Oro International Award 2025 è suddiviso in tre categorie – Saving Lives, Empowering Lives, Connecting Lives – che sono quelle di Expo che lo ospita, ma che sono anche, in senso lato, i temi su cui il design italiano si è sempre concentrato. La partnership d’eccezione con il Padiglione Italia ha un grande potenziale perché i ruoli sono chiari: Expo e il padiglione pongono le questioni, e noi individuiamo delle possibili risposte tramite il design, inteso nella sua accezione più progettuale e relazionale. È un compito che si addice particolarmente al design italiano, che non si è mai occupato solo della forma degli oggetti, ma si è sempre interessato anche alle relazioni che questi oggetti producono nel mercato. Le faccio un esempio molto semplice: non ci interessa valutare la forma della gamba di sostegno di una sedia; è molto più interessante valutare il come ci siede e il perché ci si siede in quel luogo.
AB: Come si articola il calendario degli eventi del Compasso d’Oro International Award 2025?
LG: Fino all’apertura di Expo ci occuperemo della promozione del premio, che è cominciata con una grande mostra sul design giapponese prodotta dalla nostra casa milanese, l’ADI Design Museum (Origin of Simplicity. 20 Visions of Japanese Design, a cura di Rossella Menegazzo e Kenya Hara, 2024, nda). L’obiettivo della mostra, che ora diventa itinerante, è l’esplorazione delle affinità tra il design italiano e il design giapponese. Nel frattempo lavoriamo con i commissari del Padiglione Italia per le attività di aggiornamento periodico. In seguito, dall’apertura di Expo il Padiglione Italia ospiterà mostre tematiche focalizzate sulle categorie di analisi del premio, sei in tutto, in modo che i visitatori abbiano un panorama continuo del design italiano, dalle grandi icone del passato alle novità del presente e del futuro prossimo. La cerimonia di premiazione si svolgerà al Padiglione Italia nel settembre 2025 e sarà una grande celebrazione del Made in Italy. In contemporanea, sarà inaugurata la mostra dedicata ai 20 premiati, i cui lavori entreranno poi a far parte della collezione permanente dell’ADI Design Museum di Milano.
AB: Quali sono i nomi da tenere d’occhio per questa edizione del premio?
LG: Questo proprio non lo so, il panorama planetario è immenso! In ogni caso, la mia preoccupazione è che il premio riesca a porre una domanda corretta, in modo da poterci dare delle sorprese. Mi interessa, per esempio, capire se i risultati rispecchieranno una duplicità che abbiamo già riscontrato nella mostra che abbiamo organizzato recentemente sul design under 35 (Italy. A New Collective Landscape, a cura di Angela Rui, 2023, nda), tra i giovani professionisti che cercano di appartenere al mondo dell’industria e quelli che lo rifiutano in toto. Sarà così anche alla scala planetaria? Forse sì, in un mondo polarizzato tra paesi estremamente industrializzati, che vivono il design come una funzione di servizio, da un lato, e il ruolo del design come leva di sviluppo di altri paesi, dall’altro.
AB: Il premio Compasso d’Oro, che nasce nel 1954, ha accompagnato le evoluzioni del design Made in Italy per esattamente 70 anni. In poche parole, com’è cambiato il design italiano in questi sette decenni?
LG: Il design italiano, ma anche internazionale, ha assunto forme molto diverse nel corso del tempo. Nei decenni d’oro del design – gli anni Cinquanta, Sessanta e i primi Settanta – il prodotto era assolutamente protagonista: prima i prodotti per la casa, che era un’urgenza degli anni dopo la Seconda guerra mondiale, poi i trasporti, poi gli spazi pubblici, con un’evoluzione che ha accompagnato quelle della società e della cultura italiana. Poco a poco i confini del design si sono allargati e hanno acquisito una dimensione di servizio e, più recentemente, di regia. Oggi, la verticalità del sapere è talmente spinta che è impossibile immaginare che un progettista risolva da solo tutte le questioni. Il design si occupa sempre di più di mediare, connettere diversi saperi. Expo è un palcoscenico perfetto per analizzare il design da questo punto di vista, come metodo di sviluppo, per metterne alla prova le capacità di regia.
AB: Cosa distingue il Compasso d’Oro, nelle sue edizioni italiane e internazionali, dai tanti altri premi contemporanei dedicati al design?
LG: Il Compasso d’Oro è considerato il premio Nobel del design – e non sono io a dirlo! È l’unico premio di design riconosciuto come patrimonio nazionale, bene di eccezionale interesse storico-artistico, dal Ministero della Cultura. Abbiamo un osservatorio permanente sul territorio nazionale, composto da circa 150 esperti, che durante il ciclo biennale del premio analizzano e selezionano qualche migliaio di prodotti, con un percorso scientifico molto diverso dagli altri premi. Il ruolo del Compasso d’Oro è eminentemente istituzionale, di servizio al sistema paese. Non è una semplice vetrina commerciale per aziende e progettisti, ma uno spazio di ricerca, che contribuisce a individuare le risposte ai problemi del paese e del pianeta. È una differenza che emerge chiaramente anche guardando al numero dei premiati: i premi di carattere più commerciale, anche i migliori, danno circa un migliaio di riconoscimenti all’anno, perché devono rispettare logiche di marketing precise; il Compasso d’Oro attribuisce non più di 20 premi ogni due anni. Ne abbiamo dati solo 360 in sette decenni!
Categoria: Architettura & Design
Titolo: Verso Expo 2025
Autore: Alessandro Benetti