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Moda e politica

La candidata democratica alle presidenziali sceglie come cifra stilistica personale il tailleur, simbolo del power dressing.

I tailleur, impeccabili, composti da giacca e pantaloni. Le sneakers, se l’occasione è informale. O le décolletées, se la circostanza è formale e richiede eleganza. E i colori sobri, sempre rigorosamente sobri. È con questi elementi che si può tracciare l’identikit dell’uniforme da lavoro di Kamala Harris, attualmente candidata del Partito Democratico alle elezioni presidenziali negli USA dopo quattro anni al fianco di Joe Biden. Un’uniforme che mai come negli ultimi cinque anni è andata a collocarsi perfettamente nel dibattito su quale sia oggi il valore del power dressing nel guardaroba femminile, già abbondantemente sviscerato sulle passerelle degli anni Settanta e Ottanta con l’avvento della figura professionale della business woman. Kamala Harris, prima donna – e prima donna della comunità black, nonché prima figlia di immigrati – che abbia mai ricoperto la carica di Vicepresidente USA, potrebbe aver avuto un ruolo altrettanto influente nella validazione del tailleur come simbolo dell’empowerment femminile.

A prescindere dalle tendenze moda in sé (il tailleur è e sempre sarà uno dei pezzi portanti delle collezioni presentate alle sfilate delle fashion week internazionali), il completo giacca e pantaloni sembrerebbe essere ora al centro di un’impennata di vendite negli Stati Uniti. A riportarlo sono i dati condivisi da Statista: si stima che il fatturato del 2024 – per i soli tailleur – verrà chiuso a circa 123,70 milioni di dollari. Entro il 2029, il volume di produzione di abiti e completi raggiungerà invece 1,1 milioni di pezzi. Si testimonierà un leggero calo nel 2025, riporta la fonte, ma la ricerca della qualità e dei completi su misura continuerà a generare interesse tra i professionisti degli ambienti corporate. Un fenomeno interessante e, da quanto si deduce, anche in ripresa dopo la pausa – dagli acquisti e anche dai look formali – che lo scoppio della pandemia aveva giustamente imposto.

Fu proprio durante il secondo lockdown italiano che Kamala Harris pronunciò il suo primo discorso da Vicepresidente USA indossando un tailleur di Carolina Herrera (casa di moda statunitense, of course). Colore del completo? Volutamente bianco, da intendersi come tributo alla lunga ed estenuante battaglia condotta dalle suffragette. Correva l’anno 2020 e il discorso di Kamala Harris fu pronunciato a circa un secolo esatto dalla vittoria elettorale con cui le donne degli Stati Uniti d’America garantirono a sé stesse il diritto al voto nel 1920. Il colore scelto da Kamala Harris in tale occasione sbloccò immediatamente il ricordo del look che Hillary Clinton, a sua volta, aveva sfoggiato quando accettò la candidatura come Presidente USA nel 2016: era in bianco, un messaggio che voleva appunto celebrare il suffragio universale.

Alla luce degli eventi correnti, una riflessione proietta però Kamala Harris nel futuro prossimo. Come cambierebbe il suo stile, se diventasse la prima donna a ricoprire la carica di Presidente USA? La risposta arriva da Vogue Business con una premessa: l’osservazione dei look delle donne in politica ha o non ha radici nella cultura maschilista? Perché l’immagine delle donne in politica è costantemente analizzata, mentre quella degli uomini no? «Lo scrutinio sotto il quale si trova Kamala Harris – scrive la fonte – è radicato nella misoginia e nei valori patriarcali (dal momento che il tema della moda ha sempre riguardato principalmente il ruolo della First Lady)». Ciò fa sì che «ciò che Kamala Harris indossa conti molto, non per le tendenze che definisce bensì per il modo in cui lei si presenta al mondo raccontando qualcosa del proprio Paese».

A oggi tanti sono i brand dei tailleur indossati da Kamala Harris, e molti di questi sono rappresentanti della comunità black, come Pyer Moss, Christopher John Rogers e Sergio Hudson. Altri americani da lei prediletti sono stati i brand Altuzarra, Prabal Gurung e Michael Kors Collection. Tutte scelte politically correct, sebbene non siano mancati look in Celine e Valentino. Mosse stilistiche sempre corrette, dunque, nonostante la pressione della costante attenzione su di lei. Ma ora che si appresta a poter diventare Presidente USA, l’analisi imperterrita di ciò che indossa o non indossa potrebbe esasperarsi ancora di più. Con una lancia da spezzare a suo favore, però: nella storia americana non esistono precedenti. E se Kamala Harris diventerà la prima donna Presidente, il suo guardaroba sì che si tramuterà in un terreno ricco di opportunità. Per fare della moda, come non mai, un potente messaggio politico. 

Categoria: Luxury
Titolo: Moda e politica
Autore: Federica Caiazzo