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L’alta gioielleria a Ginevra

Conosciuta per le esposizioni di automobili e l’alta finanza, la città di Ginevra ha visto nascere negli ultimi anni quattro diverse manifestazioni legate all’orologeria e all’alta gioielleria: Watches and Wonders, Jewellery Geneva, Haute Jewels e GemGenève.

Ginevra capitale dell’alta orologeria e da oggi anche dell’alta gioielleria, grazie a quattro fiere che tra aprile e maggio la trasformano in un hub del lusso (da indossare).

Alta finanza, alta orologeria e alta gioielleria. Ginevra è così, esagerata in tutto: per questo fa da richiamo a chiunque ruoti attorno ai preziosi ingranaggi di banche e borse internazionali, ma soprattutto di maison di segnatempo e gioielli da collezione. In una parola, lusso. Eppure, nonostante questo consolidato assioma, la città che si specchia nel Lago Lemano ha una storia recente, anzi, recentissima, di eventi legati ai due mondi paralleli di haute horlogerie e joaillerie.

Se in fatto di fiere Ginevra significa automotive dal lontano 1905 con il celeberrimo Salone dell’Automobile, è solo nell’ultimo periodo che ha cominciato letteralmente a conquistare i suoi spazi espositivi, vedendo nascere quelli che potremmo definire dei veri e propri “boutique show”, con un numero selezionato di aziende in grado però di soddisfare un pubblico ampio per target, gusto e mercato di riferimento. Andando a ritroso, le due new entry più recenti, nate entrambe nel 2022, sono Watches and Wonders, fondata sulle ceneri di Baselworld (andata in default nel 2020) dai tre colossi Rolex, Richemont e Patek Philippe e allestita, come il Motor Show, nel Palexpo, e Jewellery Geneva, che ha come location l’Hotel President Wilson – che, per rimanere in tema di extra luxury, vanta la Presidential Suite più costosa del mondo, quotata 80.000 euro a notte, per un record imbattuto da almeno tre lustri. Al 2019 risale Haute Jewels, che partendo dai quattro brand della prima edizione – tra cui figuravano già gli italiani Roberto Coin e Crivelli – quest’anno ha visto “sfilare” le creazioni di 47 maison, registrando una crescita esponenziale tale da richiedere il raddoppio a due venue, il Fairmont e l’Intercontinental Hotel. Tre manifestazioni che si svolgono strategicamente in contemporanea ad aprile, trasformando la capitale dell’omonimo cantone elvetico in un imperdibile polo attrattivo per dealer, buyer e media world wide.

Ultimo ma non per importanza, a maggio (per il 2024, in calendario dal 9 al 12), al Palexpo va invece in scena Gem Genève, alias il Salone Internazionale delle Gemme e dei Gioielli, che al netto del Covid, celebra oggi la sua ottava edizione. Qui la digressione sul trittico “who-what-why” è d’obbligo, in quanto a immaginarne il format sono state due vere autorità del settore, Thomas Faerber e Ronny Totah. Definirli semplicemente “diamantai” o “pietrai” sarebbe a dir poco riduttivo, perché sia Faerber che Totah non si sono “accontentati” di portare avanti il mestiere di padri, nonni e affini, ma lo hanno elevato a un livello superiore, fino a diventare il primo Presidente della Swiss Precious Stones Dealers Association, insignito di svariate onorificenze tra cui la medaglia di Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres, e il secondo Vice-Presidente della Swiss Association of Precious Stone Merchants, nonché membro dell’ICA (International Colored Gemstones Association) e dello Swiss Gemmological Laboratory. Animati da uno spirito incrollabile anche di fronte a quanto successo nel 2020 – che poteva mettere la parola fine alla neonata manifestazione – i due founder non hanno mai smesso di “professare” l’importanza di un’esigenza intrinseca al mestiere di pietraio, quel “touch&feel” indispensabile per cogliere le sensazioni trasmesse da una gemma, soprattutto se importante e rara come la maggior parte di quelle trattate sin dalla prima ora in casa Faerber e Totah. Per le mani di Thomas, grande esperto anche di vintage, è per esempio passata l’ormai mitologica parure composta da collana e orecchini di smeraldi e diamanti commissionata nel 1810 da Napoleone Bonaparte a Francois Regnault Nitot (prodromo di Maison Chaumet) come regalo di nozze per la sua seconda moglie, l’arciduchessa Maria Luisa. Più che una rarità, un unicum assoluto senza pari. Comprata da Faerber nel 2003, un anno più tardi è diventata di proprietà niente meno che del Museo del Louvre, dove oggi è esposta accanto ai gioielli della corona di Francia. Noblesse oblige, per chi di mestiere si occupa di dare un prezzo a ciò che non si misura solo in carati ma anche in emozioni, magari da conservare nel caveau di una banca o nella teca di un museo. Vintage a parte, oggi Gem Genève annovera tra gli espositori i maggiori brand e dealer internazionali (visibili in chiaro sull’omonimo sito) ed è a tutti gli effetti la “mostra-mercato” in versione B2B più importante in città. Destinazione fino a ieri associata solo a Rolex&Co., ma oggi sempre più jewelry oriented.

Categoria: Luxury
Autore: Lorenza Scalisi