Il mito di Senna
A 30 anni dalla scomparsa, le imprese automobilistiche del pilota brasiliano rimangono incontrastate. Così come la sua personalità.
Duro e spietato in pista, mistico e generoso fuori dai tracciati. A 30 anni dalla sua scomparsa, le gesta di Ayrton Senna da Silva riescono a incantare ancora gli appassionati. Le vicende che lo hanno visto protagonista, entrate nella storia dell’automobilismo sportivo, l’hanno reso immortale anche se, purtroppo, non è più tra noi.
Ayrton nasce a San Paolo, in Brasile, nel 1960: ha le corse nel DNA e una famiglia benestante che lo asseconda in questa sua passione. Sapeva già guidare a quattro anni, il kart era una delle sue più grandi passioni e affronta la prima gara quando di anni ne ha già tredici. La prima affermazione arriva nel 1977 nel Campionato Panamericano di Karting. Si trasferisce in Inghilterra l’anno seguente per diventare più bravo e si fa notare nelle formule minori, vincendo titoli a ripetizione. Nel 1983 viene chiamato dal genio Frank Williams per un test in McLaren risultando più veloce dei piloti titolari: l’esordio nella massima serie avviene al Gran Premio del Brasile dell’anno seguente, al volante di una Toleman, ma è nella classicissima di Montecarlo, sotto una pioggia battente, che rivela il suo talento. Recupera molte posizioni, arriva fino al secondo posto e ha il passo per raggiungere e superare la McLaren di Prost. Ma al 31° giro la corsa viene interrotta per la troppa acqua in pista, negando a Senna una possibile vittoria. Il duello tra i due è solo rimandato di qualche anno. Nel 1985 passa alla Lotus motorizzata Renault e in occasione del G.P. del Portogallo, il ragazzo di San Paolo dà nuovamente sfoggio delle doti sul bagnato, questa volta vincendo: è il primo successo della sua carriera. Un inizio brillante con la Lotus che lo vede crescere, chiudendo quarto nei campionati '85 e '86, terzo in quello del 1987.
L’anno successivo conquista il suo primo titolo mondiale di Formula 1 correndo per la McLaren Honda, grazie alla quale si impone in otto Gran Premi e all’inizio del 1989 Senna è il favorito per fare il bis. Ma ha in squadra l’unico ostacolo: Alain Prost. Inizia una battaglia incrociata tra due piloti differenti per carisma, cultura e formazione ma grandissimi. Una rivalità epica che si intensifica gara dopo gara fino a esplodere a San Marino dove l’accordo di non darsi battaglia finisce in frantumi. I rapporti tra Prost e la McLaren diventano pessimi e a metà campionato il pilota transalpino annuncia il passaggio in Ferrari per la stagione successiva. A decidere le sorti per il titolo iridato è il G.P. del Giappone: i due si scontrano a una chicane, dove le auto si toccano. Il francese si ritira, mentre il brasiliano rientra in pista e continua la cavalcata verso l’arrivo. Poi, il colpo di scena: Senna viene squalificato con una decisione molto controversa della direzione gara e Prost vince il titolo. Si rifarà nel 1990 quando il brasiliano guida ancora la McLaren e il francese gareggia per la Scuderia di Maranello. La rivalità tra i due tiene banco per tutto l’anno. A due gare dalla fine, Senna ha solo 9 punti di vantaggio su Prost. Il G.P. di Suzuka è di nuovo la sede del duello finale: alla prima curva, i due si toccano ed escono di strada a oltre 200 km/h. Ritirati entrambi, ma Ayrton è campione del mondo. In seguito ammetterà di aver provocato deliberatamente quell’incidente per vendicarsi del torto subito nel 1989.
Nel 1991 Senna non ha praticamente avversari: comincia la stagione con un filotto di quattro vittorie a bordo della MP4/6 e gestisce il campionato. Leggendaria la vittoria a Interlagos, davanti alla sua gente: un problema al cambio gli lascia solo la sesta marcia per continuare la gara e nelle curve lente del circuito brasiliano è quasi impossibile farcela ma non molla e resiste agli attacchi di Riccardo Patrese. Taglia il traguardo in prima posizione e il suo urlo di gioia misto al dolore passa alla storia. Esce stremato dalla sua McLaren con il braccio sinistro quasi paralizzato per lo sforzo e sul podio fatica ad alzare la coppa del vincitore davanti al pubblico in delirio che urla “Senna, Senna!”. Alla fine del campionato è il re per la terza volta.
Le successive due stagioni non sono all’altezza delle aspettative per il campione brasiliano. Nel 1992 ottiene tre vittorie e chiude l’anno quarto, mentre nel 1993 ritrova in Prost il rivale per il titolo, ma Alain vince senza problemi sulla Williams per poi annunciare il ritiro. A prendere il suo posto, nel fatale 1994 è proprio Senna che arriva al G.P. di San Marino, senza punti, con una vettura piena di problemi. In un fine settimana tra i più tragici della storia della F1 (con il grave incidente a Ruben Barrichello e la morte di Roland Ratzenberg durante le qualifiche), al settimo giro della corsa – a causa del cedimento del piantone dello sterzo al Tamburello – il puntone della sospensione anteriore destra, spezzandosi, finisce per infilarsi dentro il casco del pilota di San Paolo provocandogli lesioni fatali. Dopo i primi soccorsi in pista, viene trasportato in elicottero all'Ospedale Maggiore di Bologna ma ogni sforzo per salvargli la vita è vano: Senna muore alle 18.40 del 1° maggio 1994, a 34 anni. La salma di Ayrton viene trasportata in Brasile dove sono proclamati tre giorni di lutto nazionale.
Giunto nel suo Paese, riceve onori degni di un eroe con milioni di persone, d’ogni ceto, che si riversano in strada lungo il percorso del funerale. L’immagine della sorella Viviane che prende il casco appoggiato sulla bara del fratello, appoggiandoci sopra la fronte, è di una tenerezza straziante. Il mondo dell’automobilismo ha perso anzitempo la sua stella più luminosa. In F1 Ayrton Senna ha conquistato 41 vittorie e 65 pole position, partendo per 87 volte in prima fila. Ma i numeri non rendono neppure lontanamente l’idea della grandezza del pilota e della persona, impegnato in azioni di solidarietà che avevano ridato speranza al suo Brasile. Oggi, a trent’anni dalla sua scomparsa, basta ancora evocare il suo nome per veder brillare gli occhi dall’emozione.
Categoria: Motori
Titolo: Il mito di Senna
Autore: Maurizio Bertera